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ARCHITETTURA
ARTE

Denominazione opera/progetto
Un buco esploso in un mare di pixel
Luogo
Fossombrone (PU)
Data progetto
Progetto 2019 - Costruzione 2021-23
Collaboratori/consulenti
Struttura:
ing. Alessandro Carbonari
Committente
Condominio Genius Loci








La costruzione è la messa in scena di un pensiero.
L’edificazione è la manifestazione tangibile e concreta del carattere e dell’intelletto della persona che è stata incaricata di intraprendere il percorso di realizzazione.
Agire sul tessuto storico di una città significa confrontarsi con il contesto socio-economico e culturale che ha prodotto il manufatto.
Il confronto può avere numerose sfumature e può evolversi in altrettante ipotesi di trasformazioni che possono generare differenti risultati.
Il confronto può avviare sintonia, consonanza, accordo, consonanza, comprensione, connessione, compatibilità, cooperazione, comunicazione; ma può anche creare dissonanza, discordanza, conflitto, contrasto, scontro, frattura.
Un confronto sano nasce dalla sensibilità di ascoltare e capire il contesto.
Il progetto di riqualificazione del fabbricato residenziale ha l’ambizione di essere sensibile e gentile verso la città e soprattutto per i suoi cittadini.
Analisi
Fondamentale è la lettura del fabbricato come testo, un testo da riscoprire.
Lo studio delle stratigrafia e tessitura muraria, insieme all’analisi dei solai e delle planimetrie, ha permesso di comprendere l’impianto originario del fabbricato e le diverse fasi che hanno caratterizzato la sua evoluzione storico-architettonica.
Il fabbricato è stato costruito nei primi anni del novecento, a ridosso delle mura antiche della città, in seguito della distruzione delle fortificazioni che sono risultate obsolete dopo l’unificazione dell’Italia.
L’impianto originario si può ricondurre alla tipica abitazione marchigiana dei primi del novecento; un corpo di fabbrica a due piani con le strutture murarie in pietra calcarea stratificata a scaglia bianca della zona Urbinate.
La prima fase, vicina temporalmente, vede la creazione di un muro di cinta che definisce lo spazio privato nel retro dell’abitazione in pietra calcarea bianca.
La seconda fase, post seconda guerra mondiale, stravolge completamente l’impianto, andando a utilizzare il muro di cinta per creare nuovi vani, raddoppiando il volume del fabbricato originario al piano terra e primo. Contestualmente viene realizzata una sopraelevazione creando un terzo piano con un sottotetto con murature a blocchi forati a differenza dei piani sottostanti. La facciata viene intonacata con superfici scabre al piano terra e lisce ai piani superiori.
L’ultima fase vede la costruzione di un manufatto di piccole dimensioni a un piano nello scoperto retrostante rimasto al fabbricato, di pertinenza del corpo principale.
Progetto
Semplici operazioni partono dalla analisi del contesto per capire i caratteri fondamentali architettonici/estetici sedimentati nella città storica e quindi diventati essi stessi parte integrante dei luoghi; quei caratteri che normalmente passano inosservati agli occhi della gente proprio per il motivo di essere comuni ed accettati.
Le operazioni che si sono effettuate sul fabbricato, mirano a dare una lettura storico/critica dell'esistente per rendere chiara la genesi del fabbricato e le diverse fasi costruttive che hanno portato alla conformazione attuale.
L’impianto originario è stato riportato alla luce grazie alla rimozione dell’intonaco degli anni 50’ al piano terra che ha fatto riscoprire la tessitura muraria con i conci strutturali d’angolo perfettamente martellinati rispetto a quelli centrali e le finestre con gli architravi e le spallette verticali in mattoni.
Si è creato un basamento che è diventato l’elemento generatrice per la creazione del nuovo cortile, prolungandosi anche nella parte di confine in cui non persisteva recinzione.
Ai piani superiori è stato mantenuto l’intonaco, dandogli un nuovo colore, una tinta chiara in armonia con la pietra calcarea.
La pertinenza è stata demolita per creare un giardino pensile in continuità con i terrazzamenti presenti sia a Fossombrone, che in tutto il territorio ducale dei Montefeltro. Un esempio, molto importante e famoso, è presente anche ad Urbino nel Palazzo Ducale.
